Dottoressa Natalia Villani, psicologa, psicoterapeuta cagliari, cognitivo comportamentale, studio psicoterapia cagliari
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La coppia che scoppia e/o si ri-accoppia

28/10/2018

 
Hai tradito tuo marito/moglie?
Sei stato tradito/a?
Non ti fidi più di lui/lei?
Sei caduto/a in un vortice in cui tu stesso non riesci ad uscire?
Hai iniziato a controllare tua moglie/marito?
Senti che non c’è più nulla tra di voi?

PREMESSA: se stai leggendo questo post, ti renderai conto che nel rispondere a queste domande, sarò molto drastica ma per poter riconciliarsi (se è questo il cammino che una coppia desidera), servirà INEVITABILMENTE una mediazione, cioè una psicoterapia che metterà in luce le varie difficoltà della coppia. Due persone sono “uniche e sole” e questo fondersi porta a quello che noi chiamiamo Coppia, un insieme di culture, di convinzioni e di educazioni diverse, di “pianeti contrapposti”. La coppia è uno stato bidirezionale di condivisione, di dialogo, di stima reciproca e di fiducia. Credi che non ci siano? Bene, ora, chiudi gli occhi e immagina di essere in un posto collinare dove davanti a te ci sono diverse strade, una più lunga, una più corta, una in salita, una in discesa, una tortuosa, una dritta, una piena di curve. Quale strada hai scelto?
Qualunque strada tu abbia scelto, è una SCELTA e la scelta fa parte di noi e del nostro modo di affrontare la vita e le sue conseguenze. Chiediti come ti senti e che emozioni stai provando.
Il compromesso potrebbe essere la soluzione ai tuoi problemi?
​Il“venirsi incontro” e “l’unione fa la forza” potrebbero essere dei buoni presupposti per un futuro migliore?

I selfie e facebook, parla la psicologa

28/10/2018

 
In qualsiasi posto dove sei, io ne sono a conoscenza, in qualsiasi posto so che stai facendo e con chi. Questo è il “post” o moda (se così vogliamo chiamarla) dei selfie.
Psicologicamente un selfie è la voglia di attirare attenzione su di sè, il vedersi allo specchio in modo diverso dal solito, un confronto con se stessi che poche volte si ha veramente. La persona sente il bisogno di farsi notare per stare al passo con i tempi e per allinearsi con la società.
Se non sei su Facebook o su Instagram sei fuori, fuori dal mondo.
Ma credi che possano esistere alternative anziché farti venire il “tic del pollice e della testa inclinata”? La risposta è Sì!
Cosa c’è dietro quella persona che scatta selfie ossessivamente? Devi sapere che si può incorrere in una vera ossessione.
Sei annoiato/a?
Non hai stimoli?
Ti senti apatico?
Pensa a cosa potresti fare di diverso per stare bene con te stesso, pensa all’alternativa.
Ti stai nascondendo?
​Con un adeguato percorso ti aiuterò a capire qual è la tua strada.

Il rilassamento col training autogeno

28/10/2018

 
Lasciati andare.
Lascia che corpo e mente si interfaccino, si fondino tra di loro per creare un unica sostanza. Tu sei il tuo contenuto, la tua verità.
Lascia che la consapevolezza di te stesso ti avvolga in uno stato fusionale. Lascia che i pensieri negativi si liberino dalla tua mente ed entrino in un vortice che te stesso spezzerai, con il rilassamento, con il training autogeno, tecnica di autodistensione psichica passiva, dove quello che dovrai fare è Nulla!
Lascia accadere quello che deve accadere.
Lasciati trasportare dalla spensieratezza, dallo stato di calma, dalla spontaneità. La tua anima, la tua psiche si placheranno, ti sentirai libero, libero da qualsiasi problema.
Percepirai immediatamente un senso di tranquillità, e poi ti sentirai dinamico, energico.
Ti accorgerai che la tua mente prenderà forma, abbraccerà il tuo corpo e avrai istantaneamente la sensazione di benessere psicologico svincolato dalle tue reazioni emotive e dai tuoi pensieri disfunzionali.
​Riuscirai a trovare la tua dimensione e troverai il tuo equilibrio psicofisico.

“La lettura è per la mente ciò che l’esercizio è per il corpo”(J.Addison)
 .

L'assertività

28/10/2018

 
Vuoi valorizzare i tuoi punti di forza? Vuoi esprimerti nel modo migliore ? Vuoi imparare a dire di no senza sentirti in colpa? Vuoi risolvere i conflitti con efficacia? La comunicazione assertiva è la tua soluzione! L’assertività è la capacità di poter esprimere i propri pensieri e le proprie emozioni senza prevaricare l’altro. Tu ti differenzi dall’altro quando sei assertivo, quando non sei né passivo ne’ aggressivo, quando trovi il giusto equilibrio tra te stesso e l’altro. Lo stile passivo rientra nella categoria di persone che da’ la priorità ai bisogni altrui, lo stile aggressivo rientra nella categoria di persone che da’ la priorità ai propri bisogni.
Lo stile assertivo rientra nella categoria di persone con libertà di espressione, di opinione rispettando l’altro. Esempio: alla posta una persona mi passa davanti alla fila: Stile passivo:” mi è passata davanti ma è evidente che ha fretta, chi sono io per dirle che c’ero prima io”? 
Lo stile aggressivo: ”ma come si permette a passarmi davanti, maleducato“! Stile assertivo: ”scusi, ma c’è la fila e c’ero prima io”.
​Ti aiuterò a rispettare te stesso egli altri, a saper comunicare in maniera efficace, a riuscire a chiedere e a richiedere, a sapere dire di no, a saper accettare di sbagliare. Tramite degli “homework”, imparerai ad avere più fiducia in te stesso, a dire quello che pensi in maniera equilibrata e ad avere successo sia personale sia relazionale.

“Un linguaggio diverso è una visione diversa della vita”(F.Fellini)

Dipendenza affettiva, da cosa dipende?

28/10/2018

 
“Non riesco a lasciarlo/a”, “sono completamente nelle sue mani” , “dipendo da lui/lei”, “non riesco a separarmi”, “ho paura dell'abbandono”, “mi sento perso senza di lui/lei, “ ne’ con e ne’ senza di lui/lei”. Ti sei mai ritrovato in una o più di queste affermazioni? Se la risposta è sì, allora probabilmente potresti soffrire di Dipendenza Affettiva , classificata oggi tra le " new addiction" ossia le Dipendenze comportamentali dove al posto di una sostanza, vi è dipendenza da comportamento. Nella classifica rientrano dipendenza da lavoro, gioco patologico , dipendenza da sport, shopping compulsivo, dipendenza da internet e dipendenza dal sesso. Con un percorso mirato, con un nuovo vestito cucito su misura per te, riuscirai a modificare i tuoi pensieri distorti che sono i protagonisti inquinanti la tua mente, le tue emozioni disfunzionali e i tuoi comportamenti maladattivi. Alla base della dipendenza affettiva, c’è una bassa autostima e un tipo di attaccamento insicuro con la figura di riferimento che si è stabilito durante la tua infanzia e che si è definito durante la tua adolescenza . Il bisogno di rassicurazione trova sfogo durante la tua vita quando inizi a relazionarti con le persone e ad “attaccarti” a loro. Ti aiuterò a modificare le tue cognizioni e i vissuti emotivi, sviluppando in te autonomia e una sana autostima.

​“È più facile appoggiarsi ad un altro che stare in piedi da solo”(J.London)

Preparazione psicologica ai concorsi pubblici

28/10/2018

 
Vuoi prepararti ad un concorso?
Non riesci a superare le prove psicologiche?
Temi lo psicologo?
Lo psicologo non ti considera idoneo?
​Se le tue risposte a queste domande sono tutte affermative, allora stai leggendo il post giusto e hai “cliccato” la psicologa giusta che può aiutarti a superare i tuoi timori, le tue perplessità, le tue preoccupazioni e quindi a superare un concorso. Ci sono diverse tecniche e strategie che si possono intraprendere se vuoi superare un concorso.

Gestire l’ansia

28/10/2018

 
Se, in questo momento, stai leggendo questo post, è perché molto probabilmente sei interessato/a a questo argomento e, forse, non sai come uscirne, oppure semplicemente è solo pura informazione e/o cultura da parte tua. Dato che su internet c’è molta informazione sull’ansia, allora non mi soffermerò a spiegarti cos’è, ma andrò direttamente al nocciolo della questione, ti dirò cosa fare in caso di situazioni ansiogene.
1. Tenere un diario dell’ansia e delle preoccupazioni in modo da identificare i pensieri, le emozioni e i comportamenti legati all’ansia. Quindi dovrai identificare il contenuto delle preoccupazioni, le convinzioni sulle tue preoccupazioni e i comportamenti che mantengono le preoccupazioni. Il monitoraggio ti porterà ad essere consapevole dei progressi che stai facendo
2. Esercizi di rilassamento e di respirazione lenta
3. Psicoterapia cognitiva per identificare i pensieri disfunzionali ansiogeni, contrastarli ( che prove ci sono che ciò che penso corrisponde alla realtà?quali sono le conseguenze del mio modo di pensare?)e sostituirli con pensieri funzionali( esistono modi alternativi di pensiero? Che altre spiegazioni ci potrebbero essere di tale evento?). Se sai con sicurezza che potresti soffrire di disturbi d’ansia, la psicoterapia cognitivo-comportamentale fa al caso tuo.Se il tuo è un caso clinicamente significativo allora oltre alla psicoterapia potresti valutare l’idea di fare una terapia farmacologica.

Allattamento al seno e i “total white”: quando la stanchezza prende il sopravvento

27/10/2018

 
“Non si attacca al seno”, “non ho latte”, “ho poco latte quindi non mi e’ arrivata la montata lattea”, “ho le ragadi“, “ho già mandato mio marito in farmacia per comprare il latte artificiale", "non ce la faccio", "non ce la farò mai, "il bambino rifiuta il seno" "il bambino si gira dall' altra parte" "il mio latte non è nutriente, non sarà mai abbastanza grasso" "smetto di allattare", "non inizio nemmeno ad allattare" "il mio latte non gli basta, per cui passo a quello artificiale che è più sostanzioso".
Quante volte ho sentito dire queste frasi da mamme partorienti che purtroppo, al giorno d'oggi, non hanno il supporto sufficiente per proseguire con l’allattamento.
A meno che voi siate delle extra terresti o abbiate problemi fisiologici e /o organici, il corpo comunque produce latte tramite due ormoni la prolattina e l’ossitocina.
Appena partorito arriverà il colostro prima fonte di nutrimento per il bambino, e poi il latte vero e proprio che cambia densità durante l’arco della giornata. La prolattina stimola le cellule delle ghiandole mammarie alla produzione di latte. Praticamente funziona così: più il bambino succhia, specialmente se è attaccato al seno in modo corretto e più prolattina si produce.
La prolattina, perciò, entra in circolo durante ogni poppata per preparare il seno alla poppata successiva, e per avere un’adeguata produzione di latte i livelli di prolattina devono essere mantenuti alti; soprattutto all’inizio, quindi, è necessario che il neonato sia attaccato spesso e in modo corretto, che la durata della poppata sia regolata dal bambino stesso, e che la mamma lo allatti anche di notte, quando la produzione di prolattina aumenta.
L’ossitocina, invece, è un ormone che provoca le contrazioni uterine durante il travaglio. Dopo la nascita, il bambino che succhia attiva degli impulsi nervosi che arrivano al cervello della madre stimolando così la produzione di ossitocina; questo ormone fa contrarre le cellule che circondano gli alveoli favorendo la fuoriuscita del latte (riflesso ossitocinico).
So che la principale preoccupazione e fonte di ansia e stress per le mamme che allattano riguarda la quantità di latte: consapevoli che non possono né controllare né misurare quanto latte producono o quanto ne beve il bambino , si chiedono se possono essere sicure se il bambino ne assumerà a sufficienza.
L’allattamento a richiesta è proprio questo, lasciare che il bambino succhi quando e quanto vuole . Più il bambino si attaccherà, più contribuirà a mantenere la vostra produzione di latte, anche se è trascorsa solo un ora dall'ultima poppata o ha succhiato per mezz'ora. Per quanto lunghe o frequenti siano le poppate , il piccolo non prenderà più latte di quanto gli serve . Ogni bambino , dunque, si autoregola a seconda che sia sazio o meno.
Molto spesso però, può capitare che le notti siano in bianco, io le chiamo le "Total White”,questo porta alla mamma che in quel momento non ha il sostegno di nessuno, ad essere nervosa, irritata, infastidita o semplicemente stanca.
Questi aspetti del comportamento purtroppo, inevitabilmente e automaticamente si riversano soprattutto sul bambino che in quel momento chiede conforto, nutrimento e rassicurazione dalla mamma.
La mamma inizia a sentirsi inadeguata, stressata, turbata, senza aiuto e senza un sostegno.
Fin quando la mamma avrà il supporto dei parenti, degli amici e del compagno o marito, sarà tranquilla e in grado di affrontare le situazioni ma quando si troverà sola ad affrontare le nottate insonni perché magari il compagno/marito non c’è, è fuori per lavoro , allora potrebbero attivarsi in lei meccanismi psicologici che portano a stati di inadeguatezza e sconforto.
“non ce la farò mai ad affrontare le nottate”, “mi sento persa“ “sono nervosa e il bambino ne risente“ “ho molto sonno” questi sono alcuni dei pensieri di una mamma stanca. Che fare?
1.Innanzitutto la mamma deve cercare il più possibile di riposare quando il bambino dorme , in modo da recuperare almeno un minimo di energie .
2.Deve delegare qualsiasi cosa che riguardi la casa, faccende domestiche e altro.
3.Deve fare richieste alle persone a lei vicine: è un suo diritto a maggior ragione se è stanca e non si sente bene.
4.Deve confidarsi del suo stato d’animo, sfogarsi con persone fidate.
5.Deve modificare il suo modo di pensare.
Il pensiero è al centro di tutto il funzionamento psicologico della persona e tutto dipende da questo. Il pensiero crea l’emozione e il pensiero crea il comportamento .
È la mamma stessa che si assume in pieno la responsabilità di stare meglio modificando il suo dialogo interno.
La mamma potrebbe servirsi di “coping cards”, dei biglietti di sostegno che consistono in fogliettini di appunti che la persona tiene vicino a se’( in un cassetto della scrivania, in tasca, nel portafogli , oppure attaccati allo specchio del bagno, sul frigorifero ). La mamma è incoraggiata a leggerli molto spesso, per esempio tre volte al giorno o al bisogno, come se fossero delle auto istruzioni per attivare la persona sofferente .
La mamma può tenere un “diario di autoaffermazione positiva”, cioè un elenco giornaliero contenente le cose positive che la mamma sta facendo o le cose per le quali merita stima. Può quindi scrivere una “lista dei meriti “di cose che ha fatto o di cose che sono state un po’ difficili ma che ha fatto comunque.
Può trovare pensieri alternativi o anche solo chiudere gli occhi e immaginare di essere in un posto dove è già stata in passato, o un luogo che le trasmette tranquillità e calma. Può “rifugiarsi“ in ricordi piacevoli del passato e impegnarsi a “immergersi” nelle cose che le hanno fatto piacere e divertire.
Il ricordare eventi piacevoli del passato , può stimolare parti del cervello che la aiuterebbero a rivivere quei momenti come fosse la realtà presente.
Quindi, può semplicemente chiedersi ”dove vorrei essere in questo momento ? "Con chi”?
Se ti senti smarrita e sei in confusione, ti aiuterò a ritrovare te stessa offrendoti supporto e benessere psicologico.

    AUTORE

    Dott.ssa Natalia Villani

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    Ottobre 2018
    Agosto 2013

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