Al momento stai visualizzando Corpi d’estate, filtri e paure: quando l’ansia nasce dallo specchio dei social

Corpi d’estate, filtri e paure: quando l’ansia nasce dallo specchio dei social

Con l’arrivo dell’estate torna anche il rituale dei corpi esposti: al mare, in piscina, nelle storie di Instagram o nei video su TikTok. I social media, in particolare, sembrano diventare una vetrina costante di fisici scolpiti, addominali definiti, gambe affusolate e sorrisi perfetti. In questo contesto, molte persone iniziano a sperimentare un’ansia da corpo imperfetto sui social, sentendosi inadeguate al confronto con immagini idealizzate e spesso ritoccate. Ma quanto c’è di reale in tutto questo? E, soprattutto, quali effetti ha questa continua esposizione sulla percezione che abbiamo di noi stessi?

La perfezione (ritoccata) dei social e l’ansia da corpo imperfetto

Non è un segreto: oggi esistono filtri sempre più sofisticati che cambiano la pelle, la luce, i contorni del viso e del corpo. Un semplice tocco sullo schermo può trasformare una persona reale in una versione “ideale” di sé. Il problema è che, a forza di vedere solo queste versioni filtrate, la mente comincia a registrarle come standard, come normalità.

Il confronto diventa inevitabile. Ci guardiamo allo specchio e notiamo quella pancia, quelle cosce, quella cellulite, e iniziamo a pensare: “Non vado bene così come sono”. Nasce un’ansia da esposizione, una paura crescente di mostrare il proprio corpo per quello che è, soprattutto in luoghi pubblici come la spiaggia, dove il paragone sembra amplificato.

Quando nasce l’ansia da immagine corporea sui social

Questa pressione non colpisce solo chi ha già insicurezze legate all’aspetto fisico, ma può riguardare chiunque. Ragazzi e ragazze, adulti, persone che magari vivono bene il proprio corpo per otto/nove mesi l’anno, ma che a giugno iniziano a sentirsi “sbagliati”.

L’ansia da corpo imperfetto sui social si manifesta spesso con:

  • Evitare di postare foto in costume per non ricevere giudizi.

  • Rinunciare a uscire o a fare il bagno per paura di essere osservati.

  • Sentirsi inadeguati anche dopo essersi impegnati in palestra o con la dieta, perché “non è mai abbastanza”.

Cosa ci dice la psicoterapia cognitivo-comportamentale

Secondo il modello della terapia cognitivo-comportamentale (CBT), non sono gli eventi in sé a generare il malessere, ma il significato che attribuiamo loro. Non è il corpo che causa disagio, ma il pensiero distorto che “solo un corpo perfetto può essere mostrato”.

Ecco alcuni pensieri tipici che possono alimentare l’ansia da corpo imperfetto sui social:

  • “Se non sono magro/a, tutti mi giudicheranno male”

  • “Devo piacere agli altri per essere accettato/a”

  • “Solo chi ha un fisico perfetto merita di essere accettato/a”

Questi pensieri, se non messi in discussione, diventano convinzioni rigide e influenzano negativamente l’autostima e la libertà personale.

Accettarsi è un percorso, non una rinuncia

Accettarsi non significa “accontentarsi” o “non migliorare”, ma imparare a guardarsi con occhi più gentili e realistici. La CBT aiuta a identificare i pensieri disfunzionali, metterli in discussione e sostituirli con credenze più flessibili e utili. Ad esempio:

  • “Non ho bisogno di essere perfetto per essere amato”

  • “Il mio valore non dipende da come appaio in costume”

  • “Il valore di una persona non si misura in centimetri o chili.”

Un possibile percorso terapeutico

Se riconosci in te o in chi ti sta vicino questo tipo di ansia da corpo imperfetto sui social, un percorso di terapia cognitivo-comportamentale può essere estremamente efficace. Il lavoro terapeutico si concentra su:

  • Ristrutturare i pensieri disfunzionali legati all’immagine corporea.

  • Esporsi gradualmente alle situazioni temute (come la spiaggia o i social), senza evitamento.

  • Potenziare l’autostima basata su valori personali, non sull’aspetto esteriore.

Accettare il proprio corpo non è un atto di resa, ma un atto di cura. E la cura parte anche dal guardarsi con lo stesso sguardo compassionevole che riserviamo a chi amiamo.


Ricorda: dietro ogni foto patinata c’è una persona reale, con le sue insicurezze. E ogni corpo merita rispetto, soprattutto da parte di chi lo abita.