Si parla tanto e spesso di autostima, sui giornali, su internet, sui libri e infatti in questo articolo mi limiterò ad offrirVi alcuni suggerimenti per poter potenziare o aumentare l’autostima qualora ne sentiste il bisogno.
Invito tutti i lettori di questo articolo a riflettere sul proprio valore e sulla importanza di volersi bene.
Vorrei sottolineare che l’autostima è un fattore dinamico, cioè che evolve, cambia nel tempo subendo anche notevoli variazioni nel corso della vita. E’ la percezione del proprio valore, delle proprie capacità. Non si nasce con la giusta autostima piuttosto essa è come una pianta, va coltivata, va alimenta, va annaffiata durante il corso dell’esistenza.
Quando si parla di autostima sana? Quando ci rapportiamo a noi stessi in modo positivo, in modo realistico, amplificando ciò che è positivo e migliorando quello che non lo è. Accettiamo, controlliamo e riconosciamo i nostri difetti e i nostri limiti, valorizzando le nostre potenzialità e la nostra autenticità e confrontandoci con noi stessi e con gli altri. L’autostima non viene quindi nutrita solo dagli apprezzamenti che riusciamo ad ottenere dall’esterno e da quello che gli altri pensano di noi, ma anche soprattutto da ciò che noi abbiamo interiorizzato e che pensiamo di noi stessi (E.Giusti, A.Testi 2006). Avere una sana autostima porta quindi a sentirci bene, a valorizzare le nostre risorse, le nostre qualità e questo è il primo passo per migliorare la nostra autostima. Si tratta di imparare ad analizzarsi meglio, di mettere a fuoco i nostri pregi e focalizzarsi solo su quelli. Fondamentale è rivedere i propri ideali, i propri obiettivi realistici, le proprie ambizioni. Quindi stabilisci obiettivi raggiungibili e reali e poniti queste domande:
-“Quali risorse ho per raggiungerli”?
-“Quali sono gli eventuali ostacoli che mi impediscono di raggiungerli”?
-“Cosa voglio ottenere?”
-“Cosa intendo fare per realizzare questo obiettivo?”
Ma cosa fare quando, invece, sono gli altri che ci portano ad sentirci inadeguati, insicuri, dubbiosi su noi stessi? Come affrontarli? Qual è il giusto modo di reagire?
Credo che alla base dell’autostima ci sia un concetto molto importante radicato fin dagli albori dell’umanità, la comunicazione prima con noi stessi, il nostro dialogo interiore e poi con gli altri. Esempio: quando qualcuno ci rivolge una critica, cosa diciamo a noi stessi? Cosa proviamo? E come reagiamo? Quindi come comunichiamo con noi stessi? Vi invito, dunque, a porvi queste domande: secondo voi la critica che vi ha rivolto quella persona è costruttiva o distruttiva per voi stessi? Cioè è una critica utile che potrebbe portare ad un miglioramento di voi stessi, a spronarvi e a motivarvi di più o è una critica che ha l’intento di ferirvi? Ci avete pensato mai? Distinguere questi due aspetti è già un primo passo verso la consapevolezza di noi stessi e l’accettazione dei propri limiti. Vi lascio ad un esempio molto semplice:
Mettiamo il caso di un marito che dice alla moglie che non è in grado di cucinare perché sbaglia gli ingredienti. Come pensate possa sentirsi la moglie? Quali pensieri potrebbe avere? Come reagirebbe?
Questa è secondo voi una critica costruttiva o distruttiva?