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Come comportarsi con persone tossiche: proteggere la propria energia senza sensi di colpa

Capita a tutti, prima o poi, di incontrare persone che sembrano prosciugare la nostra energia vitale.
A volte sono colleghi, amici, partner o persino familiari.
Non sempre lo fanno con cattiveria, ma i loro comportamenti finiscono per logorarci.

Riconoscere una persona tossica non significa giudicarla o etichettarla.
Significa, piuttosto, imparare a proteggere la propria salute psicologica e costruire relazioni più sane e rispettose.

1. Riconoscere la tossicità

Le persone tossiche hanno un tratto comune: creano squilibrio emotivo.
Dopo averle viste, potresti sentirti:

  • svuotato o stanco,

  • in colpa o confuso,

  • spinto a giustificarti o a “salvarle”.

Possono manipolare, criticare, svalutare, oppure presentarsi costantemente come vittime.

Il primo passo non è reagire, ma accorgerti di come ti senti dopo ogni interazione.
L’auto-osservazione è uno strumento terapeutico potente: ti permette di distinguere ciò che è tuo da ciò che ti viene proiettato addosso.

2. Fermare il circolo della colpa

Chi mette in atto comportamenti tossici spesso fa leva sul senso di colpa:

“Sei tu che esageri.”
“Io volevo solo aiutarti.”
“Non capisci quanto soffro.”

Dietro queste frasi c’è spesso un bisogno di controllo o di conferma.
Ricorda: non sei responsabile delle emozioni degli altri.
La tua responsabilità è verso te stesso, verso la tua serenità, non verso chi ti svuota.

Un esercizio utile della terapia cognitivo-comportamentale consiste nel riformulare il pensiero automatico:
da “Forse ho sbagliato io” a “Sto assumendomi colpe che non mi appartengono.”

3. Stabilire confini chiari

Il confine non è una barriera, ma una forma di rispetto reciproco.
Puoi dire con calma:

  • “Adesso non me la sento di parlare di questo.”

  • “Preferisco affrontare la questione in un altro momento.”

  • “Ti ascolto, ma non accetto che mi si parli in questo modo.”

Ogni “no” che pronunci con serenità è un “sì” alla tua autostima.
I confini chiari sono una delle competenze chiave che si apprendono in un percorso di psicoterapia cognitivo-comportamentale.

4. Scegli la distanza giusta

Non sempre si può interrompere un rapporto tossico (pensiamo a un collega o a un familiare), ma si può dosare la vicinanza:

  • riduci i tempi di esposizione,

  • cambia argomento o contesto,

  • preferisci messaggi scritti a incontri diretti,

  • coltiva relazioni che ti restituiscono energia e autenticità.

La distanza non è freddezza, è cura di sé.

5. Ricostruire il proprio equilibrio

Dopo un contatto tossico, mente e corpo hanno bisogno di “disintossicarsi”.
Puoi farlo attraverso piccoli gesti quotidiani:

  • attività fisica o passeggiate,

  • momenti di silenzio o respirazione consapevole,

  • scrittura di riflessioni (“come mi sono sentito dopo quell’incontro?”),

  • condivisione con persone empatiche o con il tuo terapeuta.

Ricostruire il proprio equilibrio non è segno di debolezza, ma di resilienza emotiva.

Conclusione

Non possiamo cambiare gli altri, ma possiamo scegliere come reagire.
Imparare a gestire le persone tossiche è un atto di maturità psicologica e di rispetto verso se stessi.

Un percorso di terapia cognitivo-comportamentale può aiutarti a:

  • riconoscere i modelli relazionali disfunzionali,

  • gestire il senso di colpa,

  • rafforzare la tua assertività,

  • costruire relazioni più equilibrate e autentiche.

“Non posso controllare la tua tempesta, ma posso scegliere di non bagnarmi.”